EF05 LANCIA FERRARI D50 1956 ( telaio/chassis 0009 )
( I ) Progetto dell'ingegnere Vittorio Jano del 1953, la Lancia D50 apparve nel mondo delle corse con Alberto Ascari al Gran Premio di Spagna nel 1954, ultima corsa della stagione. Partì in pole position, ma non terminò la corsa a causa di un banale guasto tecnico. Estremamente raffinata e progettata in modo molto innovativo come tutte le Lancia di Jano, era spinta da un motore a 8 cilindri a V a 90°, parte integrante del telaio, il cambio era trasversale e posteriore. L'albero di trasmissione posto lateralmente vicino al pilota permetteva a quest'ultimo di sedere più in basso rispetto alle macchine tradizionali. Ma soprattutto la macchina era dotata di due serbatoi laterali posti ai due lati della scocca fra le ruote anteriori e posteriori, un'idea geniale per la ripartizione del peso. Assunto ufficialmente da Lancia per la stagione 1955, Ascari ottenne due vittorie a Torino e a Napoli. Dopo la sua tragica fine, Gianni Lancia decide di interrompere l'attività di questo settore e donò 6 delle sue 8 macchine alla Ferrari. Leggermente modificate sotto la supervisione di Vittorio Jano, con i colori della Scuderia Ferrari le Lancia conquistarono il primo posto con Juan Manuel Fangio al Gran Premio di Argentina, con Peter Collins ai Gran Premi di Inghilterra e di Germania, del Belgio e di Francia. A fine stagione, grazie ad un abile gioco di squadra ed alla generosità dei suoi compagni, Fangio divenne Campione del Mondo. Per il 17° Gran Premio del Belgio, che si correva sul circuito di Spa il 3 giugno 1956, Ferrari allineò non meno di cinque D50 ufficiali pilotate da Fangio, Castellotti, Frère, Collins, e la quinta, interamente gialla, pilotata da André Pilette, telaio 0009. Quest'ultimo arrivò sesto dietro a Collins e Frère, rispettivamente primo e secondo, mentre Fangio, partito in pole position, dovette ritirarsi, come pure Castellotti. Jacques Swaters definì l'iscrizione della Lancia Ferrari gialla di Pilette come “un regalo del Commendatore”.
(GB) Designed by the engineer Vittorio Jano in 1953, the Lancia D50 made its racing debut at the 1954 Spanish Grand Prix, the last race in the season, with Alberto Ascari at the wheel. The car started from pole position, but failed to finish the race due to a simple mechanical fault. Extremely sophisticated and innovative, like all of Jano’s Lancias, the car was powered by a 90° V8 engine, which was also a stressed element of the chassis, through a transverse rear-mounted gearbox. A propshaft positioned alongside the driver allowed for a lower seating position than in conventional cars. The car also featured two pontoon fuel tanks positioned between the front and rear wheel on either side of the body, an extremely effective solution for optimising weight distribution. Engaged officially by Lancia for the 1955 season, Ascari scored two wins, respectively at Turin and Naples. After Ascari’s tragic death, Gianni Lancia decided to leave GP racing and donated six of his eight cars to Ferrari. Slightly modified under the supervision of Vittorio Jano and painted in Scuderia Ferrari livery, the Lancias won the Argentina Grand Prix with Juan Manuel Fangio, and the Grands Prix of England, Germany, Belgium and France with Peter Collins. At the end of the season, thanks to brilliant teamwork and the generous support of his team-mates, Fangio secured the world championship. For the 17th Belgian Grand Prix, held at Spa on June 3, 1956, Ferrari entered no fewer than five official D50s, driven by Fangio, Castellotti, Frère, Collins and, driving the fifth, André Pilette. The latter, chassis 0009 and painted completely yellow, finished sixth. Collins and Frère took first and second places respectively, while Fangio, who started from pole position, was forced to retire, as was Castellotti. Jacques Swaters described the participation of Pilette’s yellow Lancia Ferrari in the race as “a gift from the Commendatore”.