V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
Marco Nolasco |
Inserito il - 17/03/2023 : 23:24:04 Buonasera a tutti. Come ho minacciato nella mia presentazione vi propino un lavoretto su base Brumm, precisamente sul n. R 114 del 1984, la Bentley 4,5 l Blower che si ritirò alla 24 ore di Le Mans del 1930 con John Benjafield e Guido Ramponi e il n. 8. Si tratta a parer mio di un buon modello che rende bene le possenti linee dell'auto vera; anche le finiture non sono male, rapportate all'epoca. Ecco il modello originale |
8 U L T I M E R I S P O S T E (in alto le più recenti) |
Marco Nolasco |
Inserito il - 18/03/2023 : 00:03:53 Chiudo con un altro confronto, quello tra le prime due classificate in quel Gran Premio, che dovrebbe permettere di apprezzare la differenza di dimensioni tra una vera vettura da Gran Premio, la Bugatti T35 vincitrice di Philippe Etancelin, qui nella interpretazione di Eligor, e la adattata Bentley. Certo che i regolamenti di allora avevano uno spirito diverso rispetto a quelli odierni...
Spero di non aver annoiato troppo. Buonanotte a tutti. |
Marco Nolasco |
Inserito il - 17/03/2023 : 23:57:51 Ed ecco il modello finito:
Un confronto con la versione Le Mans di Minichamps, modello del 2006, quindi molto più recente e di altra fascia di prezzo:
E un confronto a tre tra le due Blower e una 4,5 l "normale" stradale Brumm originale. Le due Made in Italy non mi pare che sfigurino contro il cino-tedesco:
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Marco Nolasco |
Inserito il - 17/03/2023 : 23:49:46 Anche il telaio è stato riverniciato. Si incomincia a lavorare alla barra dello sterzo.
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Marco Nolasco |
Inserito il - 17/03/2023 : 23:47:18 Qualche pennellata all'abitacolo e al telo che ricopre i sedili posteriori.
Compare qualche dettaglio, il retrovisore è autocostruito, il parabrezza è quello originale, ma adattato alla nuova versione. Le cinghie sono quelle originali riverniciate. Ho inserito qualche rivetto nelle traverse del telaio
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Marco Nolasco |
Inserito il - 17/03/2023 : 23:42:49 La vettura aveva la parte posteriore della carrozzeria costruita con il metodo Weymann, ho cercato di imitare la pegamoide mescolando un verde e un nero opaco Humbrol fino ad avvicinarmi alla tonalità del verde già dato con bomboletta e ho punteggiato il modellino a pennello intinto nello smalto piuttosto denso. La macro esagera l'effetto.
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Marco Nolasco |
Inserito il - 17/03/2023 : 23:38:44 Verniciatura della carrozzeria
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Marco Nolasco |
Inserito il - 17/03/2023 : 23:36:10 Smontato il modello, piuttosto complesso, ho tolto e limato da pianale e carrozzeria tutto quello che non servirà nella nuova versione. Ho quindi chiuso qualche foro e ne ho aperto uno nuovo per la barra dello sterzo, che manca nel Brumm.
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Marco Nolasco |
Inserito il - 17/03/2023 : 23:32:58 Prima di iniziare la descrizione del lavoro riassume la vicenda storica che mi ha ispirato, anche se penso che sia nota. Alla fine degli anni venti il regolamento dell' AIACR (la FIA di allora), basato sul consumo, non incontrava i favori delle case automobilistiche, per cui gli organizzatori dei Gran Premi spesso rinunciavano oppure riservavano le gare ad altre categorie di vetture. Anche nel 1930 la situazione era simile. La prova più prestigiosa, il Gran Premio dell' A.C.F., rischiò di non disputarsi perché il regolamento basato sul consumo fece sì che a giugno, tre mesi prima della gara, non vi fosse neanche un iscritto. Di conseguenza l'A.C.F. cambiò regolamento e passò alla formula libera. Ciò, insieme a forti pressioni sui piloti francesi, portò in breve tempo 37 iscrizioni, quasi tutte di vetture francesi, in particolare Bugatti, di cui però solo 25 si presentarono a Pau il 21 settembre. Gli italiani avevano ormai pianificato la partecipazione ad altre gare e risultarono assenti, ma l'internazionalità della manifestazione fu assicurata da Tim Birkin, che iscrisse nientepopodimenoche la Bentley Blower a quattro posti con la quale aveva disputato a giugno la 24 ore di Le Mans, che però era la gemella n. 9, non la n. 8 da cui sono partito io, alleggerita di tutto l'equipaggiamento da turismo. Davvero quel monumento in mezzo alle piccole Bugatti doveva sembrare un camion. Birkin non era certo un fermo e si piazzò subito in sesta posizione dietro a cinque Bugatti. La sua Bentley non aveva la maneggevolezza delle Bugatti nelle curve, ma era la vettura più veloce in rettilineo, 214 km/h contro 210, e ciò, insieme a qualche guaio delle vetture francesi, gli permise di recuperare fino al secondo posto finale dietra alla Bugatti 35C di Philippe Etancelin. Nel mio piccolo, come illustrato nel wip del bib, ho ripercorso la strada di Birkin, alleggerendo il Brumm di tutto quello che non serviva in un GP per arrivare a questa versione, per me storicamente di una certa rilevanza, una quattro posti seconda in un Gran Premio! Ecco una foto della vera:
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